Documento redatto da Paola Salvatori archeologa di Visit Ostia Antica per il Comitato Promotore SAI.FO in occasione dell’iniziativa “Gli Eletti per la Liburna del 31/07/2020”
L’evento del 31 luglio 2020 intitolato “Gli eletti per la Liburna”, finalizzato alla ricerca di fondi per il completamento della riproduzione di una nave romana da guerra, opera dei maestri d’ascia della famiglia Carmosini, si pone al centro di un momento di una delle tante attività organizzate dal Comitato Promotore per un Sistema Archeo-Ambientale Integrato Fiumicino-Ostia (SAI.FO) che, fin dalla sua costituzione, si è impegnato nel tentativo di riunire in un unico sistema l’area archeologica di Ostia Antica col suo Porto marittimo.
Un territorio, questo alla foce del fiume Tevere, importante fin dall’antichità per la sua posizione militarmente strategica ed economicamente fondamentale, per lo sviluppo commerciale del sito legato anche allo sfruttamento delle saline naturali degli stagni di Maccarese e Ostia.
Una storia lunghissima anche da un punto di vista geologico che inizia prima della fondazione di Roma, raccoglie testimonianze di molti secoli ed arriva ai nostri giorni con una quantità di informazioni ancora oggi leggibili intorno a noi.
Infatti i siti archeologici di “Ostia Antica” l’antico approdo fluviale, il “Porto imperiale di Claudio” prima e di “Traiano” poi, costituiscono, insieme all’area della “Necropoli di Porto” ad Isola Sacra, un enorme Hub portuale tenuto insieme dalle due sponde del fiume, ma separati da recenti vicende amministrative.
Queste importanti ed enormi aree archeologiche ricadono oggi all’interno del territorio del Comune di Roma e di quello di Fiumicino. Ostia Antica (nel Comune di Roma) gode da anni di un ingresso per i visitatori con una biglietteria, un bookshop, un’area ristoro, mentre i Porti Imperiali di Claudio e Traiano (nel Comune di Fiumicino), per altro divisi da annose vicende che li vedono frazionati in una parte pubblica statale ed una privata, ancora oggi proprietà della famiglia Cesarini Sforza, osserva un’apertura al pubblico sporadica senza biglietteria, così come pure la limitrofa Necropoli di Porto.
Aree non solo belle ed incredibilmente ben conservate, ma soprattutto fondamentali alla comprensione di un’imponente antico sistema portuale che approvvigionava Roma, la capitale dell’Impero.
Solo nel 2016 Ostia Antica, i Porti Imperiali e la Necropoli sono rientrati a far parte di un unico grande Parco, il “Parco Archeologico di Ostia Antica” con una sua autonomia amministrativa ed un Direttore.
Ad oggi continua la richiesta del Comitato per l’apertura continuativa e per la fruizione delle due aree archeologiche ricadenti nel territorio di Fiumicino ( I “Porti Imperiali” e la “Necropoli di Porto”), che potrebbero creare opportunità lavorative legate ad un turismo culturale.
La vocazione turistica del territorio non è solo legata alla sua vicinanza al mare, ad un aeroporto intercontinentale e ad una grande città storica come Roma, ma anche e soprattutto alla ricchezza di beni archeo-ambientali che conserva in ottimo stato.
Un ampio territorio che potrebbe di suo fornire tutti gli elementi per godere di un turismo che lo risollevi da una condizione di territorio di prossimità, per trasformarlo con la giusta ed adeguata riqualificazione urbanistica, in un grande scalo turistico, con una propria potenzialità migliorando, di conseguenza, anche la qualità di vita dei suoi cittadini.
Questa della Liburna è l’occasione per realizzare un importante progetto di riqualificazione e valorizzazione territoriale.
Ma che cos’è una Liburna?
La Flotta della Marina Militare Romana si sviluppò soprattutto in occasione della Prima Guerra Punica, legata alle sempre più pressanti esigenze espansionistiche del dominio di Roma nella conquista del Mediterraneo.
In epoca imperiale poi, la Marina assunse sempre più un ruolo di tutela dei trasporti marittimi a carattere prettamente commerciale e questo soprattutto per l’assenza di un reale nemico da battere, quindi queste grandi navi da guerra cominciarono ad avere un mero ruolo di pattugliamento delle coste.
Esistevano quindi 2 diversi tipi di navi le “Naves Longae” che erano le navi da battaglia utilizzate nelle guerre, e le “ Naves Ceterae”, navi per trasporto merci.
La Liburna tra le Naves Longae era considerata una delle migliori. Venne adottata la prima volta nella famosa battaglia di Azio Da Augusto. Origina il suo nome dai “Liburni” pirati della Dalmazia.
Era caratterizzata da una Chiglia sottile che la rendeva agile e veloce nelle manovre, ottima negli inseguimenti e a trasportare le truppe. Potevano avere dimensioni diverse ed erano costruite con legni pregiati, come il pino, il cipresso, l’abete ed il larice. Nella descrizione delle varie tecniche per la sua realizzazione, fondamentale la scelta del legno da utilizzare che doveva essere tagliato in particolari periodi dell’anno ed in determinati giorni per approfittare della qualità del legno che variava stagionalmente e per ottenere migliori prestazioni, nella sua posa in opera.
La perfetta ricostruzione di questo esempio di nave marina costituirebbe una grande occasione di conoscenza attraverso l’archeologia sperimentale. Una volta conclusa si potrebbe posizionarla davanti l’area del “Museo delle Navi” presso l’Aeroporto di Fiumicino e dare modo ai visitatori di fare un tour all’interno della nave militare romana.
Il Museo delle Navi di Fiumicino è un altro capitolo triste di gestione insana! Questo museo venne costruito nel momento del ritrovamento di 7 navi romane, avvenuto tra il 1958 ed il 1965 in un’area allora interessata dagli sterri per la realizzazione dell’Aeroporto L. Da Vinci e ricadente nel bacino dell’antico Porto di Claudio.
Testo di Paola Salvatori, foto di Stefania Gialdroni e Maria Carla Mignucci

